Sergio Lazzaretti nasce nel 1960 a Genova.
Attualmente vive e lavora a Ventimiglia. Dopo aver conseguito il diploma di liceo scientifico, ha frequentato e si è diplomato come grafico pubblicitario presso l’IAAD (Istituto d’Arte Applicata e Design) di Torino.
Dal 1982 al 1992 ha frequentato l’Atelier di Rodolphe Banet Sarfer e Anna Filangeri a Bordighera.
Principali Esposizioni:
1994 “Agorà” – Città di Bordighera
1995 “DolceArt” – Comune di Dolceacqua (IM)
1996
- Personale Accademia Riviera dei Fiori “G. Balbo” – Bordighera
- II Rassegna d’arte della Liguria – Finalborgo (SV)
- Salon International d’Art Contemporain Palais des Expositions – Nizza
1997 Mostra Mercato d’Arte Contemporanea ART EST – Ente Fiera Udine
1998
- Personale “Palazzo Cesi” -Acquasparta, Terni
- Personale “Palazzo Lomellini” – Carmagnola, Torino
- Personale “Galleria Beniamino” – Sanremo
1999 Personale Biblioteca Civica Internazionale – Bordighera
2000 Salon d’Art Mediterraneè – Mandelieu
2001
- Secondo Salon International de Peinture et de Sculpture MC ART
- Sporting d’Hiver – Monte Carlo
- Teatro delle Erbe – Milano
2002 Circolo artistico Iterarte – Bologna
2012 Radisson Blu Hotel – Nizza
2019 Sulle Tracce del Reale (IV edizione) – Bordighera
Alcune opere sono in mostra presso il ristorante Magiargè, Vini e Cucina, Bordighera (IM).
Sergio Lazzaretti ha creato alcune etichette dei vini della Tenuta Selvadolce.
Esposizione permanente de “Anime alla deriva” presso Divino E…, a Perinaldo (IM).
…Liguria d’agosto,
di passeggio,
di calandra,
di costa.
Col mare angurioso a fette,
mandarinoso a spicchi,
pescoso a squame,
terroso a scale
(simile a quei muri
vestiti di fascia).
Scale d’irte zolle,
rimpinzate di sornioni
multiformi verdi,
che violente e musicali
si ergono come un pugno,
una maledizione,
un’orazione verso quel tetto
blu – celeste – bianco – purpureo
che è paterno cielo,
e madre,
a lei;
per con lei,
di lei imporsi.
– Moreno Marchi
“Non ci sono spatolate di colore ma sforbiciate svolazzanti riunite in una superficie a volte fitta, a volte vuota.”
– Laura Mariani